Spesso
si crede che coniugare la tradizione e l’innovazione sia qualcosa di
estremamente complicato, si crede che per rendere l’insegnamento efficace debba
essere rigido, inquadrato, lontano dai demoniaci strumenti moderni.
Facebook?
twitter? causa di tutti i mali del mondo, capaci solo di rendere gli incontri e
le emozioni finti, artefatti, allontanando i giovani da ciò che è veramente “importante”
(chi stabilisce cosa conti nella vita e cosa no? Questo è un segreto!).
Se
provassimo per un attimo a mettere da parte pregiudizi e idee conservatrici,
concentrandoci su quale sia l’obiettivo degli insegnanti, magistri di tutte le generazioni, scopriremmo che i social network
possono essere validi alleati e non nemici da combattere.
Se,
ed è così che io la penso, il docente deve movere
nell’alunno interesse, passione,
curiosità nei confronti della materia che insegna, quale modo migliore per farlo
di parlare la sua stessa lingua, attualizzando
la tradizione, mostrando quanto ancora abbiano da dire i grandi del passato,
messi a tacere solo dall’afasia che li ha colpiti, un’afasia provocata non dall’assenza
di moderni contenuti ma dall’impossibilità di comunicare.
Bisogna
creare un lungo ponte che copra enormi distanze e faccia incontrare Cicerone e Mark Zuckerberg, solo così potremo evitare l'eterno silenzio dei nostri amati classici.
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